Esibizionismo, si, Claudio aveva sempre avuto una relazione complicata con la routine. Lavorava come grafico freelance, e la libertà di movimento era parte integrante della sua vita. Ma la libertà più grande la trovava nei suoi desideri. Era un esibizionista convinto, uno di quelli che non si accontentano del sesso convenzionale tra quattro mura. Aveva bisogno di stimoli, di pubblico, di situazioni dove il rischio si mescolava con il piacere.
La sua bisessualità era parte di questa ricerca. Non gli interessavano le etichette. Gli interessava il brivido. Il profumo della pelle, l’odore del mare, il suono dei gemiti nella natura selvaggia. Per lui, il sesso all’aperto era la forma più pura di libertà. Aveva frequentato parcheggi per scambisti, car sex improvvisati, e persino qualche sex parking ben noto nelle comunità più underground. Ma niente lo eccitava come quella spiaggia per nudisti in Toscana, che era diventata il suo rifugio segreto.
Corpo nudo, mente aperta
Quel giorno, l’aria era tiepida e il cielo velato di un azzurro quasi irreale. Arrivò presto, parcheggiò l’auto in una zona isolata e proseguì a piedi con solo un asciugamano e una piccola borsa. Quando raggiunse la spiaggia, si spogliò subito. Il contatto della sabbia calda sui piedi nudi lo mise subito in uno stato di eccitazione mentale.
Mentre camminava, notò subito la coppia: Anna e Sergio. Lei stava distesa su un telo, i seni piccoli ma sodi esposti al sole, con un paio di occhiali da sole neri che le davano un’aria autoritaria. Sergio era seduto accanto, in silenzio, quasi come se aspettasse istruzioni. Claudio li superò lentamente, godendosi la sensazione di essere osservato.
Quando Anna gli fece quel cenno, sentì un fremito lungo la schiena. Lei si alzò in piedi e si incamminò, dietro di lei Sergio. La seguì con passo deciso, sentendo già il sangue che pulsava nelle tempie e tra le gambe. Il sentiero che percorsero era breve, ma carico di tensione. Una volta al riparo tra gli arbusti, tutto prese una piega surreale.
Esibizionismo cercato anche dalla mistress
Anna prese subito il controllo. «Ti piace essere osservato, vero? Ti piace sapere che potremmo essere scoperti da un momento all’altro?»
Claudio annuì. Aveva la bocca secca, e il cuore che batteva come un tamburo tribale.
«Allora mettiti comodo. Sergio, a terra.» Anna parlava con una naturalezza inquietante. Era evidente che non era la prima volta.
La scena si sviluppò in fretta ma con una precisione chirurgica. Sergio prese in bocca il cazzo di Claudio con devozione, mentre Anna si accovacciava accanto, guidandolo, toccandosi, commentando ogni gesto.
«Guarda come lo succhia. È bravo, vero? È la mia puttana personale. Ma oggi è tua. Fagli quello che vuoi.»
La troia della spiaggia
Il pompino fu solo l’inizio. Anna non si accontentava di assistere: orchestrava. Quando Claudio cominciò a scopare Sergio, la donna si inginocchiò dietro di loro, alternando carezze e schiaffi sul sedere del marito, incitandolo come una domatrice.
«Sì! Sii la sua troia! Fammi vedere quanto ti piace!»
Il ritmo divenne forsennato. Claudio sentiva i colpi risuonare nelle ossa, la sabbia graffiargli le ginocchia, la pelle di Sergio calda e tesa sotto le mani. Era sesso primordiale, bestiale. Il suo respiro diventava affannoso, e ogni spinta era una liberazione.
Fu allora che notarono due uomini tra la vegetazione. Quelli non dissero nulla. Si limitarono a guardare, tirandosi fuori il cazzo e iniziando a masturbarsi in silenzio.
Claudio ebbe un brivido. Il suo lato esibizionista raggiunse l’apice. Anna si girò verso di loro e aprì le braccia, come un’attrice sul palcoscenico. «Guardate! Ammirate la mia troia e il suo nuovo stallone!»
Quello che seguì fu un crescendo di piacere e dominio. Claudio venne dentro Sergio con un ringhio gutturale, mentre i due guardoni eiaculavano quasi all’unisono, sporcando la vegetazione attorno.
Uno strapon per Claudio
Ma Anna non aveva finito.
Si alzò, indossò con calma uno strapon nero con un’imbracatura in cuoio. «Ora tocca a te, bello. Fammi vedere quanto sai godere da sotto.»
Lo fece inginocchiare e poi lo penetrò lentamente, con forza crescente. Claudio ansimava, il corpo sfinito ma ancora assetato. Ogni colpo era un fulmine lungo la spina dorsale.
«Ti piace, vero? Ti piace essere preso da una donna?»
Claudio annuiva, senza fiato. Anna lo cavalcava come un destriero, affondando ogni spinta con una precisione chirurgica, mentre Sergio guardava, il viso stravolto dal desiderio.
Dopo lunghi minuti, si lasciarono cadere sulla sabbia, esausti.
Esibizionismo o solo voglia di cazzo?
I guardoni se n’erano già andati. La brezza si era fatta più fresca, ma sulla pelle di Claudio il calore non si era ancora spento. Anna si pulì con un fazzoletto, poi si avvicinò a lui.
«Hai retto bene. Mi piace. Torna pure. Questa spiaggia è per chi sa godere fino in fondo. Dammi il tuo numero»
Claudio la guardò, ancora ansimante, e sorrise. «Non me ne andrò tanto presto.»
Un messaggio, un altro round di sesso all’aperto
Il giorno seguente, Claudio non riusciva a smettere di pensare all’esperienza vissuta. Aveva il corpo ancora dolente in certi punti, ma la mente era accesa come non mai. Ogni singola immagine, ogni sguardo, ogni gemito gli tornava in testa come un film erotico impossibile da mettere in pausa.
Rimase in zona, approfittando del fatto che lavorava da remoto. Passò la mattina a rispondere a qualche email dal tablet, seduto nudo sotto una pineta che offriva un po’ d’ombra e privacy. Ma il desiderio non lo lasciava in pace. Ogni coppia che passava, ogni singolo sguardo d’intesa lo faceva sobbalzare. La spiaggia era piena di potenziali amanti, ma nel suo corpo pulsava ancora il bisogno di tornare da Anna.
Quando ricevette il messaggio — “Ti aspetto tra le dune, porta solo la voglia di essere usato” — non ci mise molto a prepararsi. Si lavò rapidamente con l’acqua di una bottiglia, si sistemò i capelli e partì, il cuore che già galoppava.
Sex on the beach
Questa volta Anna lo aspettava in piedi, completamente nuda, con un bastone sottile in mano. Non era un’arma, era un simbolo. Un invito alla sottomissione.
«Oggi sei nostro schiavo. Non c’è spazio per domande. Solo obbedienza.»
Claudio si inginocchiò. La sua anima esibizionista era in festa. Era il centro dell’attenzione, il giocattolo di una coppia che sapeva cosa voleva.
Sergio era già lì, con un collare al collo e lo sguardo fisso a terra. Anna fece cenno a Claudio di inginocchiarsi accanto a lui. Passò tra di loro, toccandoli, eccitandoli, mordendoli appena.
Poi li mise uno di fronte all’altro. «Lavatevi a vicenda. Con la lingua.»
Leccare il corpo di Sergio fu un atto animalesco, erotico e totalmente liberatorio. Ogni centimetro di pelle salata, ogni sorso di sudore e desiderio diventava parte di un rituale. Quando Sergio cominciò a ricambiare, Claudio gemeva già piano, accettando con piacere ogni tocco.
Un culo ben offerto
Ma Anna voleva di più.
Li fece sdraiare in un 69 maschile, alternando carezze e schiaffi. La scena era un delirio di carne, gemiti e sabbia. A un certo punto, Anna si mise sopra di loro, usando Sergio mentre Claudio le baciava le cosce, i glutei, le labbra.
Poi venne il momento del gioco più sporco.
Anna tirò fuori un lubrificante profumato alla menta e lo spalmò sul dildo del suo strapon. Guardò Claudio con un sorriso malizioso.
«Sei pronto per sentire davvero chi comanda?»
Claudio si girò a quattro zampe, il culo ben offerto. Anna lo prese subito, con forza, mentre Sergio stava sotto, pronto a raccogliere ogni goccia che colava.
Non basta mai
Le spinte erano dure, ritmiche, e Claudio gemeva ad alta voce. Ogni colpo era un’onda che gli annebbiava la vista. E più Anna aumentava il ritmo, più sentiva l’orgasmo crescere dentro di sé. Non si stava solo eccitando. Stava esplodendo.
Quando venne, non riuscì nemmeno a urlare. Fu un orgasmo totale, che gli svuotò mente e corpo. Crollò sulla sabbia, tremante.
Ma non era finita.
Anna, con calma, si avvicinò e gli sussurrò all’orecchio: «Ora ti riposi. Ma stasera, voglio vederti scopare Sergio mentre io comando tre uomini a fare lo stesso con me.»
Claudio la guardò, stordito. Non sapeva se avrebbe avuto le forze, ma una cosa era certa: avrebbe fatto qualsiasi cosa per quella donna.
La tribù dei peccatori
Il tramonto tingeva la spiaggia di arancione e oro. Claudio si lavò nel mare, poi tornò tra le dune. C’erano cinque persone ad aspettarlo: Anna, Sergio, e tre uomini completamente nudi, già in erezione. La scena che seguì fu un’orgia orchestrata come un’opera teatrale: sudore, piacere, dominio, e voyeurismo.
Claudio prese Sergio come gli era stato ordinato, mentre Anna veniva penetrata da più uomini uno dopo l’altro, senza mai perdere il controllo. Era lei a guidare tutto, a comandare, a trasformare ogni atto in arte.
Quando tutto finì, i corpi stesi sulla sabbia e la luna piena in cielo, Anna si alzò e guardò Claudio.
«Adesso sei uno di noi. Il tuo posto è qui, con i peccatori e i santi del piacere.»
E Claudio sorrise. Aveva finalmente trovato la sua tribù.
Racconto di Viola 199, dedicato ad Arturo