
Omegaverse: gli Alpha di Arkadia-9
Omegaverse: Gli Alpha di arkadia-9
Su Arkadia-9, il pianeta degli esuli, il calore governava ogni respiro. Lysa correva disperata sotto il cielo cremisi, le cosce bagnate dal desiderio inarrestabile. Alle sue spalle, Kael avanzava come un predatore implacabile. I suoi stivali di cuoio battevano ritmicamente sulla sabbia rovente, mentre il mantello nero svolazzava dietro di lui come un’ombra vivente. Lysa indossava una semplice tuta da colonizzatrice, strappata e sudicia, incollata alla pelle sudata. Correva perché sapeva cosa l’aspettava: il calore aveva preso possesso del suo corpo, rendendola una preda facile, irresistibile per ogni Alpha. Non c’erano leggi a proteggerla, solo il destino crudele che Arkadia riservava agli Omega in fiamme.
La caccia nel deserto
Kael la raggiunse con uno scatto fulmineo. Le mani dure come il ferro le serrarono i fianchi, strappandole un grido soffocato. La gettò a terra con una brutalità istintiva, facendo sollevare una nuvola di sabbia rovente. Le dita callose si insinuarono nella stoffa logora della tuta, lacerandola senza esitazione; la stoffa si spezzò con suono ruvido, graffiando la pelle sottile di Lysa in più punti. Sottili strisce rossastre comparvero sulle sue cosce e sui fianchi, bruciando al contatto con la sabbia. Lysa si contorceva sotto di lui, il cuore che martellava furiosamente contro il petto, divisa tra terrore e un desiderio viscerale che la stava tradendo.
Ogni fibra del suo corpo sembrava gridare di essere posseduta, mentre il calore del suo ventre pulsava in risposta all’odore muschiato di Kael. Lui affondò il viso nel suo collo sottile, inspirando profondamente, inebriato dal profumo fruttato e peccaminoso del suo calore. Un ringhio profondo gli vibrò nel petto, un suono animalesco di conquista imminente. I suoi muscoli tesi reclamavano quel corpo come se fosse stato creato apposta per lui. “Mia,” sibilò contro la sua pelle tremante, prima di affondare i denti nella carne tenera con una fame che era al tempo stesso fame di dominio e di piacere.
Dominio brutale
Kael la immobilizzò facilmente, schiacciandola contro la sabbia con il peso del suo corpo massiccio. Con un ringhio sordo, abbassò i pantaloni e, senza alcuna delicatezza, affondò brutalmente dentro di lei. Lysa urlò, il corpo inarcato per il dolore e il piacere sovrapposti. Le spinte di Kael erano selvagge, rapide, affamate, ogni affondo strappava sabbia e gemiti dalla bocca della ragazza. Le unghie sporche dell’Alfa le graffiavano i fianchi, scavando linee rosse e brucianti sulla pelle sudata. I denti affondavano nella spalla di Lysa, marchiandola con ferocia. Lui grugniva sopra di lei, il ritmo feroce dei suoi colpi che sembrava scuotere l’intero deserto, mentre lei si spezzava, ancora e ancora, sotto la sua brutalità.
Con un ringhio soffocato, Kael affondò ancora più a fondo, spingendo Lysa contro il suolo ruvido fin quasi a schiacciarla. Il suo corpo tremava per la tensione animale che stava per esplodere. “Tua… per sempre,” ruggì con voce roca contro il suo orecchio, mordendole il collo con tale forza che il sangue affiorò sulla pelle fragile. Con un ultimo affondo violento, venne dentro di lei, riempiendola senza ritegno. Lysa gemette, sentendo il calore bollente del suo seme invaderla fino all’ultima fibra. Non contento, Kael la marchiò ancora, mordendola più volte, segnandola su ogni punto tenero del suo corpo, mentre le sue mani rude la tenevano aperta, spezzata, sua.
La sfida tra Alpha
Dal nulla, un altro ringhio squarciò l’aria densa di feromoni. Ryker, un altro Alfa massiccio, emerse dalla sabbia come un demone. Gli occhi iniettati di sangue puntarono Lysa, e un ghigno crudele deformò le sue labbra. Si lanciò su Kael con furia cieca, artigliando, mordendo, colpendo. I due corpi si scontrarono con il rumore sordo di carne contro carne. Ringhiavano come bestie feroci, azzannandosi alle spalle, cercando di lacerare, di sottomettere, di distruggere.
Il desiderio di potere e dominio li incendiava più della sete di sesso. Le mani affondavano nei capelli, i denti segnavano la carne. Sabbia e sangue volavano nell’aria rovente. Lysa osservava a terra, tremando, incapace di distogliere lo sguardo. La lotta fu brutale, spietata, senza grazia. Alla fine, con un colpo secco e un ringhio di trionfo, Kael schiantò Ryker a terra, immobilizzandolo con il ginocchio sulla schiena.
“È mia,” ringhiò Kael, la voce rotta dallo sforzo e dalla brama.
Ryker sputò sangue nella sabbia, ma non si arrese. “Dividiamola,” propose, il sorriso malato increspandogli le labbra. “Un Omega in calore… c’è abbastanza per entrambi.”
Kael esitò solo un istante, gli occhi neri di brama. Aveva vinto, avrebbe potuto schiacciare Ryker definitivamente. Ma il desiderio di spezzare Lysa in due, di vederla distrutta da entrambi, era troppo forte.
Con un ringhio basso di approvazione, Kael allentò la presa. “Allora prendiamola,” sibilò.
Due Alpha per un’Omega
Kael afferrò Lysa per i capelli, sollevandola come un trofeo vivente. La spinse a quattro zampe sulla sabbia bollente, il corpo nudo e tremante offerto senza difese. Ryker si inginocchiò davanti a lei, afferrandole il mento con forza brutale, costringendola ad aprire la bocca. I loro odori si mescolavano, muschio e sudore e feromoni così densi da saturare ogni respiro. Kael la penetrò da dietro con una spinta feroce, strappandole un gemito spezzato. Ryker le spinse il sesso duro contro le labbra, strofinandosi con cattiveria. I due Alpha la usavano senza pietà, il corpo di Lysa oscillava tra loro, spinto, preso, sottomesso senza scampo.
Le spinte si fecero più profonde, più crudeli, mentre i due Alpha trovavano un ritmo animalesco, spingendola avanti e indietro come una bambola spezzata. Kael grugniva ad ogni affondo, mentre Ryker rideva a denti stretti, spingendo ancora più a fondo nella sua bocca ansimante. “Guarda come ci prende tutta, la nostra piccola troia,” ringhiò Ryker, stringendole la testa tra le mani. “Nata per questo,” aggiunse Kael, affondando con violenza, facendo vibrare il corpo di Lysa. Lei singhiozzava tra un gemito e l’altro, ogni fibra del suo corpo piegata al piacere forzato, incapace di resistere, incapace di volere altro che essere loro.
Il piacere violento
Il corpo di Lysa cedette di schianto, travolto da un’onda di piacere brutale che la fece urlare contro il sesso di Ryker. Le gambe le tremavano violentemente, incapaci di reggere la forza con cui veniva presa. I muscoli le si contrassero intorno al membro di Kael, strappandogli un ringhio primordiale. Ryker affondò più in profondità, sentendo le vibrazioni disperate della sua bocca. Kael fu il primo a esplodere dentro di lei, il seme caldo che la riempì fino a traboccare. Ryker lo seguì subito dopo, colando abbondantemente tra le labbra aperte di Lysa, marchiandola da entrambe le estremità come una preda vinta.
Il trofeo di caccia
Le mani di Kael strinsero i polsi di Lysa, tirandola su come un trofeo. Ryker tirò fuori una catena di cuoio grezzo, la passò attorno ai suoi polsi segnati, serrandola senza pietà. Con uno strattone violento, la costrinsero a inginocchiarsi davanti a loro, il volto e il corpo ancora sporchi del loro seme. “Guarda cosa sei diventata,” sibilò Kael, afferrandole il mento, obbligandola a guardarli.
Senza darle tregua, la trascinarono attraverso il deserto, la catena stretta tra le dita. Ogni passo la spezzava di più, eppure il ventre le bruciava ancora di desiderio perverso. Giunsero a un’antica caverna nascosta, impregnata di odori animali e sesso. Gli altri Alpha li aspettavano, occhi avidi e mani già pronte. Lysa venne gettata a terra come un’offerta sacrificale. Da quel momento sarebbe stata loro. Di tutti loro. Senza pietà.
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