SOTTOMESSO PER SUA SCELTA

Rossana



Sottomesso. Questo era Luca, inginocchiato a lato del divano, le stava lucidando le scarpe col fazzoletto di seta che lei gli aveva ordinato di usare. Non aveva osato alzare lo sguardo. Non senza permesso.
“Più a fondo, verme. Se anche stasera fai la figura del servo goffo davanti ad Alessandro, giuro che ti lascio chiuso in bagno mentre mi scopo lui sul tavolo.”


Rossana era seduta sul divano, gambe accavallate, rossetto rosso acceso e quel vestito nero corto che sapeva esattamente cosa scatenava. La sua eleganza aveva sempre un retrogusto velenoso, e quella sera sembrava una dea in attesa del suo spettacolo preferito: la rovina controllata di suo marito.
La voce di Rossana era morbida, ma intrisa di veleno. Sadica e sensuale.
Luca non rispose. Solo un “Sì, mia Signora,” pronunciato a denti stretti, con un’erezione umiliante stretta nei pantaloni troppo aderenti che lei gli aveva fatto indossare.

Dlin dlon.
Il campanello. Il cuore di Luca accelerò, lo stomaco si strinse. Ma Rossana sorrise, eccitata.

sottomesso per sua scelta


“Alzati, cagnolino. Vai ad aprire al tuo superiore.”

Luca obbedì. Il cuore in gola.
Quando aprì la porta, Alessandro era lì: venticinque anni, jeans stretti, t-shirt bianca che faceva intravedere il petto tonico. Gli sorrise, senza nemmeno guardarlo negli occhi.

“Ciao, zerbino. La Regina mi aspetta?”
“Sì, signore…” mormorò Luca.

Alessandro entrò, ignorandolo completamente. Un bacio lungo a Rossana, lingua contro lingua, mani sul suo culo pieno. Lei gli montò in braccio senza vergogna. Luca li guardava, sentiva il sangue pulsare tra le gambe. Era eccitato, confuso, svuotato. Come sempre.

“Hai già scaldato il letto?” chiese Alessandro, sfiorando il collo della donna.
“No, ma stasera voglio usare il nostro servo. Ho voglia di farmi scopare mentre lui ci guarda e lecca le scarpe.”
Luca si sentì tremare. Lo sapeva. Ogni volta era più forte. Più crudele. Più eccitante.

In camera da letto, Rossana si mise in ginocchio davanti ad Alessandro. Lo spogliò lentamente, mordendogli i boxer, tirando fuori il cazzo già duro. Lo guardò, poi voltò la testa verso Luca.


“Ti piacerebbe averlo così in bocca, eh? Ma non puoi. Tu non servi a questo.”

Luca era in ginocchio, nudo, col collare nero che lei gli aveva messo. Il suo compito era guardare. Subire. Servire. Godere nell’umiliazione.

Alessandro la prese con foga. Rossana gemette forte, spingendosi contro di lui, cavalcandolo sul letto. Il suono delle loro carni, i respiri accelerati, le parole sporche, erano una tortura per Luca.

“Guarda bene, Luca,” disse lei tra un gemito e l’altro. “Così si scopa una donna. Non come fai tu con quella scusa di cazzo flaccido che ti ritrovi.”
“Ti piace vedere tua moglie godere con un vero uomo?” aggiunse Alessandro con un ghigno.
“Sì… mi eccita… vi prego…” balbettò Luca, con la voce spezzata dall’eccitazione.

Rossana si voltò verso di lui, ancora cavalcando il giovane amante.
“Allora leccami le dita dei piedi mentre lui mi scopa. Fallo bene, o ti tolgo anche questo.”
E Luca lo fece. Con la lingua tremante, pieno di desiderio e vergogna, le leccò i piedi mentre lei veniva violentemente urlando il nome di un altro.


Il silenzio in camera era denso di odori: sudore, sesso, umiliazione.

Rossana era ancora sopra Alessandro, la pelle lucida di piacere, i capelli spettinati, il rossetto sbavato ma più feroce che mai. Le sue gambe erano spalancate, piene del seme caldo del suo amante, col battito ancora accelerato per il secondo orgasmo consecutivo.

Luca era lì. A quattro zampe, nudo, tremante, il viso arrossato e gli occhi pieni di desiderio. Il suo cazzo era duro, ma nessuno lo stava toccando. Nessuno gli dava attenzione. Era lì solo per servire.

Rossana lo guardò con un ghigno.
“Guarda che disastro ha fatto il mio toro, cagnolino… Vieni qui. Puliscimi.”
Luca deglutì. Sapeva cosa stava per succedere. Lo aveva fatto altre volte. Ma non si era mai abituato all’umiliazione che seguiva.
“Con la lingua. Come ti ho insegnato. Niente mani.”

Le si avvicinò, il cuore in gola. Il letto era ancora caldo, le lenzuola bagnate. Lei spalancò le gambe, mostrando senza pudore la sua figa gonfia, arrossata, completamente inondata dal seme denso e caldo di Alessandro.


“Dai, schiavo. Leccami tutta. Voglio che non rimanga nemmeno una goccia.”

Luca obbedì. Si chinò e iniziò a passare la lingua tra le sue labbra, raccogliendo la scia di liquido misto che colava lentamente. Il sapore era forte, salato, mescolato all’aroma della sua donna. Ma non si fermò.

“Lecca più in fondo. Fammi sentire la tua lingua dove mi ha sborrato lui.”
Rossana rise, si voltò verso Alessandro, che se ne stava appoggiato allo schienale del letto, ancora mezzo duro, godendosi lo spettacolo.
“Guarda come si comporta il mio marito-cagna. Dopo che mi guardi venire sotto un altro, ti tocca anche pulirmi. E sai cosa? A me questo fa godere quasi più del cazzo.”

Luca ansimava, la lingua in movimento continuo, il viso bagnato, i gemiti trattenuti. Si spingeva più a fondo, cercando ogni traccia, ogni residuo del piacere altrui.
“Non ti azzardare a venire, verme. Il tuo cazzo non serve. È decorativo. Come un soprammobile inutile.”

Alessandro si fece avanti. Prese il viso di Rossana tra le mani, la baciò di nuovo. Lei lo baciò con passione, ancora gemendo.
“Lascialo lì. Mentre ci facciamo un’altra scopata, lui può restare sotto a pulire i nostri sudori. Sai com’è… è bravo con la lingua, ma solo se si tratta di servire.”


Poi successe qualcosa di nuovo.

Rossana si alzò in piedi, lentamente. Era completamente nuda, bellissima, imperiale. Guardò Luca dall’alto.
“Lecca anche lui.”
“Mia… mia Signora?” balbettò Luca, confuso.
“Hai capito benissimo. Lecca il cazzo del mio amante. È tuo dovere. Lo ha usato per farmi godere. Lo devi onorare.”

Luca tremava. Era il fondo. O forse… il paradiso.
Si voltò verso Alessandro. Il cazzo semi-duro, ancora umido, pulsava tra le gambe aperte. Luca si avvicinò e, tra il respiro spezzato, fece scivolare la lingua sulla punta. Poi più giù. Più a fondo.

Alessandro lo guardava con aria divertita.
“Bravissimo. Guarda che bestiolina fedele ti sei tenuta, Rossana.”
“Oh sì. È addestrato alla perfezione. Ma mai abbastanza. Lo voglio ancora più umiliato.”

Rossana salì sul viso di Luca, si sedette letteralmente su di lui, la figa ancora bagnata e calda. Lo schiacciò con forza.
“Adesso parlami mentre lo usi, amore”


”Voglio sentire come gode il tuo cazzo mentre mio marito mi annusa il culo da sotto.”

E mentre Alessandro la prendeva di nuovo, da dietro questa volta, Luca restava lì, schiacciato dal peso della sua Dea, con il naso immerso nell’odore forte del suo piacere, il sapore del sesso ancora sulla lingua, il cuore che batteva come un tamburo.

Era uno schiavo. Un oggetto. Un marito che aveva perso tutto.
E non aveva mai goduto così tanto in vita sua.


Rossana era stanca. Soddisfatta. Fiera. E ancora vogliosa.
Aveva appena finito di venire per la terza volta con Alessandro, che si era lasciato andare a un orgasmo esplosivo mentre la teneva stretta, tirandole i capelli, sussurrandole oscenità all’orecchio. Il letto era un campo di battaglia.

Luca era lì. In ginocchio. Ancora.

Aveva il viso sporco di piacere altrui, la lingua stanca, le gambe tremanti. Il suo cazzo era duro, teso da ore. Non aveva mai eiaculato. Non poteva. Non gli era permesso.
Rossana lo guardò.
“Cosa sei tu, Luca?”

“Sono… il tuo schiavo, mia Signora.”

“No.”
Fece una pausa. Lo fissò negli occhi. “Non sei nemmeno quello. Non sei nessuno. Sei un oggetto. Una cosa. Uno strumento da usare.”

Si alzò dal letto, nuda, i seni ancora gonfi, il sesso arrossato e vivo.
Dalla scatola sul comò prese una piccola gabbia metallica: un cock cage, nero, luccicante. Lo mostrò a Luca.
“Questo è l’unico posto dove il tuo cazzo merita di stare. Lo vuoi?”
“Sì, mia Signora…” mormorò lui, già eccitato all’idea.


“Chiedimelo meglio. Inginocchiato. Con la lingua fuori. Come un cane. Come il nulla che sei.”

Luca obbedì. Gemette. Si presentò a lei, completamente vulnerabile. Rossana infilò lentamente il suo cazzo gonfio nella gabbia, stringendolo con precisione, chiudendo il lucchetto con un “clic” deciso.
“Perfetto. Ora sì che sei completo: un uomo inutile, col cazzo prigioniero, e il cervello pieno solo di me.”

Si voltò verso Alessandro, che stava bevendo dell’acqua nudo in cucina, come se tutto fosse assolutamente normale.
“Amore, vieni. Ho un’idea per la prossima scopata.”
Due minuti dopo, Luca era in soggiorno. Nudo. In ginocchio. Con le mani tese in avanti, come un tavolino.

Rossana gli aveva messo un cuscino sulla schiena. Sopra, un vibratore, lubrificante, un paio di calze di ricambio. Lo stava usando come mobile.
“Stai immobile. Se cade qualcosa, te lo infilo in culo.”
Rideva. Alessandro rideva. Ma Luca… Luca gemette piano. Era un’umiliazione sublime.

Rossana prese le calze usate e gliele gettò in faccia.
“Sniffa. Mastica. Fammi vedere quanto sei affamato di noi.”

Lo fece. Inspirò profondamente. Leccò. Si sfregò le calze sporche sul viso.
Poi Rossana lo calpestò. Un piede sul suo dorso nudo. Un altro sul collo.


“Tu sei il nostro zerbino. Il nostro tavolo. Il nostro soprammobile. E anche la nostra puttana frustrata.”

Alessandro si avvicinò, già di nuovo eccitato.
“Lo vogliamo mentre mi scopi?”
“No.” disse Rossana, decisa. “Oggi mi scopo te, e lui lo uso solo come oggetto. Niente voce. Niente suppliche. Niente partecipazione.”

Lo guardò.
“Da ora in poi, esisti solo come mobilio erotico. Capito, cosa?”
Luca abbassò lo sguardo.
“Sì, mia Signora. Non sono niente. Sono… una cosa da usare.”

E così fu.
Rossana si fece piegare in avanti sul tavolo, urlando di piacere mentre Alessandro la prendeva con forza, mentre Luca restava inginocchiato a fianco, con il cazzo incatenato e l’anima liquefatta.

E quando lei venne, ancora una volta…
Lo fece con un urlo che sembrava una risata.

“E pensa che questo è solo l’inizio, mio dolce oggetto.”

Racconto di Viola 199

Stay tuned per il prossimo capitolo della storia di Rossana e lo zerbino!

Nel frattempo chiama le ragazze di RedPassion!





author avatar
redstar
0 0 votes
Article Rating
Subscribe
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
Torna in alto