
Cenerentola Porno, la storia va riscritta
IDalle ceneri… alla figa
Cenerentola non era solo bella. Era una porca repressa. Costretta dalle sorellastre a pulire, strofinare e lavare tutto il giorno, passava le notti a infilarsi le dita sotto le sottane sporche di cenere, sognando un cazzo reale da succhiare fino in fondo.
La matrigna la trattava da schiava, ma non poteva ignorare la sua bellezza: fianchi stretti, tette sode e labbra perfette, sempre leggermente umide. Le sorellastre, invidiose, la chiamavano “troia da focolare”.
Poi arrivò l’invito: il principe organizzava un ballo in cerca di moglie. Una moglie da scopare, da sottomettere, da usare ogni notte. Le sorellastre si prepararono per giorni. A Cenerentola fu vietato persino di avvicinarsi alla reggia.
Ma nella notte, apparve la fata madrina. «Tesoro… voglio vederti scopata da un’intera corte.»
Con una bacchetta vibrante, le trasformò il vestito in una trasparenza da troia, i tacchi in scarpe con i lacci fino alle cosce, e il carro in una carrozza rossa con letto incorporato.
«Hai tempo fino a mezzanotte, poi tornerai la puttanella da stalla.»
Il ballo della figa e dei cazzi
Appena entrata nel salone, ogni sguardo fu per lei. Le altre nobili sembravano monache al confronto. Il principe, giovane e vizioso, la vide e si leccò le labbra.
«Chi sei, creatura?»
«La troia che stavi aspettando, mio signore.» Gli prese la mano e se la infilò tra le cosce, senza pudore. Il principe sentì la figa calda, rasata, e già bagnata.
«Vieni con me.»
La portò al centro della sala e iniziarono a danzare. Ma le mani si spostavano, le bocche si avvicinavano. Una mano sotto il vestito, due dita dentro. Lei gemette piano, poi lo baciò con lingua, davanti a tutti.
Il principe la spogliò poco a poco. Leccò i suoi capezzoli duri, la baciò sulla figa e le sussurrò: «Ti voglio sopra al mio trono, con la bocca piena del mio cazzo.»
Mezzanotte e orgasmi
Non aspettarono oltre. La portò nella sala del trono, la fece inginocchiare e glielo mise in bocca. Lei lo prese tutto, lo succhiò come se fosse l’unico cazzo sulla Terra. Poi si girò, si aprì le chiappe e sussurrò: «Scopami come una cagna reale.»
Il principe non se lo fece ripetere. Glielo infilò tutto nel culo, con forza. Lei urlò di piacere, lo sentì dentro fino in gola. Le sue urla attirarono altri ospiti. Nessuno si scandalizzò.
In poco tempo, il trono fu il centro di un’orgia reale. Tutti si spogliarono. Nobili e servitori. Tutti volevano Cenerentola: la leccavano, la scopavano, la riempivano.
Tre uomini le penetravano i buchi, una dama le leccava i capezzoli, mentre un altro si masturbava sul suo viso. Era una gangbang da fiaba.
Ma allo scoccare della mezzanotte, lei si liberò da quelle mani affamate e fuggì via, lasciando una scarpetta… piena di sperma.
Alla ricerca della troia perfetta
Il principe era ossessionato. Doveva trovarla. Non per sposarla, ma per scoparla ogni notte fino a sfinirla. Prese la scarpetta e andò per il regno.
Ogni volta che una donna la provava, lui la faceva inginocchiare. Se non sapeva succhiare come la troia del ballo, veniva scartata.
Arrivò infine nella casa di Cenerentola. Le sorellastre provarono la scarpetta e fallirono miseramente. Lei entrò in sala, vestita da serva, ma col sorriso di chi sa come si prende un cazzo in gola.
Il principe le infilò la scarpetta… ma poi gliela tolse e la prese in braccio. «Finalmente ti ho trovata, troia mia.»
La portò fuori, la piegò sul carro e la scopò lì, davanti alla servitù. Il culo di Cenerentola vibrava ad ogni affondo, mentre gemeva: «Fammi tua, fammi regina del tuo cazzo!»
La regina delle porcate
La sposò. Ma non per amore. Per possederla. La reggia divenne un paradiso del sesso.
Cenerentola aveva a disposizione servi, ancelle e cavalieri. Si faceva leccare al mattino, scopare nei corridoi, scopava le dame nel bagno reale.
Ogni sera, una nuova orgia. Una volta fu presa contemporaneamente da quattro uomini, mentre due ancelle le leccavano la figa e il culo.
Il principe guardava, si masturbava, poi si univa. La chiamava “la mia regina troia”.
Nel salone reale installarono una stanza del piacere. Catene, dildo, corde. Cenerentola amava farsi legare e scopare da ogni angolazione.
E vissero per sempre scopando
Le favole raccontano che vissero felici e contenti. La verità? Vissero scopando.
Ogni giorno, ogni notte. Nei giardini, nei letti, sulle scale. Gli orgasmi erano musica, le sborrate il brindisi.
Cenerentola non volle mai figli. Disse: «Questo buco è solo per il tuo piacere.»
Il principe le baciava l’ano, la scopava senza tregua e invitava nuovi amici a divertirsi con lei.
E mentre il regno fioriva, tra banchetti e scopate, lei restava la più porca di tutte.
La vera regina delle fiabe a luci rosse.
Racconto di Giulia 181
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