
La vergine
Vergine a 40 anni…che assurdità…Adele era una gran bella figa di 40 anni. E questo nessuno poteva negarlo. Alta, dai lunghi capelli scuri, una quarta abbondante di seno e la vita sottile. E di certo moltissimi uomini avrebbero pagato qualunque somma per potersela scopare. L’unico problema era che Adele, estremamente religiosa, non aveva mai voluto concedersi a qualcuno. Per lei il matrimonio era sacro ma, poiché nessuno poteva competere col suo grande amore Gesù, allora nessuno si era mai dimostrato degno di sposarla.
Adele non era una stupida e capiva che il suo modo di vivere era fuori dal tempo ma quando era in chiesa si sentiva a casa, in pace con sé stessa e col mondo. Si metteva in ginocchio con le mani giunte e pregava che Dio le desse ciò di cui aveva bisogno. Una mattina, a luglio inoltrato, Adele si svegliò presto. Erano le 5:30 di un mercoledì quando si alzò dal letto tutta sudata con le mutandine bagnate.
Sogni peccaminosi
Le capitava spesso ultimamente di fare dei sogni strani e di svegliarsi così. Corse a farsi una doccia allontanando i pensieri impuri. Tirò indietro i suoi lunghi capelli castani, si fece un trucco leggerissimo al viso e poi uscì di casa. Indossava un abito leggero ma scuro e senza nessuna decorazione. Anche le scarpe erano semplici décolleté col tacco molto molto basso. Sembrava volesse apparire vecchia e dismessa mentre in realtà era una donna bellissima dagli occhi scuri e profondi con un corpo da favola e due tette da paura. Avrebbe dovuto usarlo quel corpo altro che restare vergine!
Arrivò in parrocchia senza incontrare anima viva lungo il percorso. Era un paesino di 300 anime quindi la cosa non dovrebbe stupire. Entrò nella piccola chiesetta di campagna, si inginocchiò davanti all’altare, si fece il segno della croce e poi andò a sedersi su una delle panche. Supplicava Dio con le sue preghiere di allontanare quei pensieri peccaminosi che riempivano i suoi sogni. Chiedeva a Dio perché, nonostante i suoi sforzi per restare vergine, il suo corpo provava desideri proibiti e la tentazione di toccarsi era ogni giorno più forte. ”Dio dimmi che devo fare!”
Sconosciuto?
Più Adele cercava di non pensarci più il pensiero accendeva i suoi sensi. Quasi non si rese conto di portare la mano fra le sue cosce, e di sfiorare il suo sesso caldo con le dita. Le sfuggì un gemito e si disse che era il suo amore per Dio a farla sentire così. A desiderare di unirsi carnalmente a Gesù. Sentiva il piacere irradiarsi nelle sue viscere e la figa bagnarsi sempre di più. Fu solo in quel momento che si rese conto di non essere da sola. Qualcuno era seduto dietro di lei. Presa dal panico si immobilizzò trattenendo il respiro quasi come se potesse diventare invisibile. All’improvviso, delicatamente, delle dita accarezzarono il suo viso. Percorsero il profilo della sua mandibola scendendo verso il collo.
Adele non sapeva chi fosse l’uomo che la stava accarezzando, nessuno dei due disse una sola parola ma l’uomo continuò a scendere con le dita fino a incontrare il suo capezzolo. Adele inarcò il collo contratta dal piacere di quel contatto. L’uomo si mise in piedi e tirò la sua testa all’indietro. Lei chiuse gli occhi mentre lui le premette il pollice sul labbro inferiore. Poi le infilò il dito in bocca e lei iniziò a succhiarlo. L’uomo si tolse la cravatta e le bendo gli occhi con essa. La guardava ed era bellissima con la bocca semi aperta e il respiro affannato. Le infilò una mano nel vestito raccogliendo un seno fra le dita mentre con l’altra mano tirava fuori il cazzo dai pantaloni. Era duro e pulsante, già bagnato dall’eccitazione di vedere quella donna masturbarsi in chiesa.
La vergine scopata sotto l’altare
L’uomo si spostò a lato della donna, le prese la mano e se la portò sul cazzo. Accompagnava la sua mano nel lento su e giù. Adele non aveva mai toccato un cazzo in tutta la sua vita ed ora stava segando un perfetto sconosciuto è proprio davanti al suo Dio. L’uomo le spinse la testa verso il suo uccello facendoglielo prendere tutto in bocca. Le scopava la bocca lentamente spingendolo fino in gola. Adele non capiva più niente, una parte di lei avrebbe voluto urlare e scappare via ma l’altra, eccitata come mai prima di quel momento, voleva andare avanti.
Quando l’uomo la fece alzare in piedi lei non oppose resistenza. La prese in braccio e la portò dietro all’altare sotto il crocifisso. La fece sdraiare per terra e le alzò il vestito fino alla pancia. Scostò le sue mutandine e osservò quella figa lascivamente fradicia. Si abbassò e cominciò a leccarla senza sosta. Succhiava il clitoride vigorosamente per poi dargli dei piccoli colpetti con la punta della lingua. Scendeva e infilava la lingua in quel buchino stretto ancora vergine, seppur lui non lo sapesse in quel momento.
Le prese le gambe e se le mise intorno alla vita avvicinando quella figa al suo cazzo. La accarezzava con la cappella per poi appoggiarla all’ingresso del Paradiso di ogni uomo. Adele senti l’uccello penetrarla e strappare la sua verginità. Le scappò un lamento ma non disse nulla. All’uomo invece, finalmente conscio di quella verginità, scappò un ” cazzo Adele…”. Alla donna la voce parve familiare ma non riconobbe la sua identità. L’uomo ormai era dentro di lei e cominciò a scoparla. Dapprima lentamente poi con colpi sempre più rapidi e profondi. Lei sentiva il calore del piacere sempre più intenso mentre il dolore spariva. I suoi seni ballavano sotto i colpi di quel cazzo grosso e potente. Lui le prese la mano e gliela fece appoggiare sul clitoride invitandola silenziosamente a masturbarsi.
La confessione
Adele gemeva dimenticandosi la vergogna del suo atto. Il suo primo orgasmo arrivò copioso spruzzando i suoi succhi sull’uomo. Lui la sentiva contrarsi intorno al suo cazzo e questo lo spingeva a scoparla sempre più forte. Altri due orgasmi sconvolsero Adele prima che l’uomo sentisse le palle sul punto di esplodere. Lo tirò fuori dalla sua figa pulsante, la mise in ginocchio e le cacciò il cazzo in gola. Lei sentiva il sapore degli orgasmi che aveva appena avuto attraverso il suo uccello e le piacque quel sapore. Succhiava leccava e torturava quel cazzo con la lingua come se non avesse mai fatto altro nella vita.
Quell’uomo le spinse tutto il cazzo in gola tenendole ferma la testa mentre sborrava il suo sperma dentro di lei. Sentiva i fiotti caldi riempirle la gola. Era acre e le toglieva il fiato ma inghiottì tutto restando senza respiro. L’uomo si sistemò i pantaloni, andò alle sue spalle, sciolse la cravatta e si allontanò rapidamente senza dire neanche una parola.
Adele non poteva credere a quello che aveva fatto, alzo gli occhi verso il suo Gesù sul crocifisso e chiese perdono per essere stata scopata all’altare. Andò a sedersi sulla panca attendendo il prete per la confessione.
Padre Tommaso, un bell’uomo di 50 anni, dai capelli brizzolati e il fisico asciutto, non si fece attendere troppo. Entrò nel confessionale e lei lo seguì. Raccontò ogni cosa al prete chiedendo la soluzione. L’uomo le diede la sua penitenza insieme alla assoluzione. Fecero il segno della croce Poi lui la salutò “ciao Adele…”
Ed eccola lì la voce che le era sembrata tanto familiare…
Racconto di Denise 130