Schiava sei la mia puttana-racconto erotico

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Schiava per amore

Schiava…La storia che voglio raccontarvi parla di una mia cara amica che chiameremo Stefania. Io e Stefania siamo amiche da veramente quasi tutta la vita e siamo cresciute insieme. Giocavamo insieme e ci siamo prese anche le prime cotte insieme. Un giorno di qualche anno fa Stefania mi telefonò e mi disse che aveva bisogno di parlarmi. Ne fui felice perchè erano due mesi che Stefania, in un modo o nell’altro, non si faceva sentire, sembrava sfuggisse alle mie chiamate. Ci incontrammo in un piccolo caffè in questo paesino di provincia che ci aveva visto nascere.

Lei arrivò leggermente in ritardo mentre io ero già lì che la attendevo. Aveva degli occhialoni da sole enormi, i capelli tirati all’indietro che mettevano in risalto gli zigomi alti e quel suo fisico da sempre perfetto. Si tolse gli occhiali da sole solo dopo che il cameriere ci portò i nostri due caffè. Ricordo che aveva uno sguardo strano e un po’ triste. Mi disse ”Ti devo raccontare una storia ma non voglio che mi giudichi…” Mi conosceva bene e sapeva che non l’avrei mai giudicata eppure aveva quel timore. Mi disse che aveva bisogno del mio aiuto per risolvere un problema.

Un master affascinante per una novella schiava

Stefania aveva conosciuto un uomo due mesi prima. Bello. affascinante e molto carismatico. Disse che aveva capelli scuri solo leggermente brizzolati, una bella bocca e un leggero velo di barbetta ma soprattutto un fisico da paura nonostante i suoi 50 anni. Iniziarono a frequentarsi ma lui mise subito in chiaro che il rapporto fisico fra di loro avrebbe seguito determinate regole, che lui era un master e lei era la sua sottomessa, la sua schiava.

Per Stefania la cosa cominciò un po’ per gioco, si divertiva a far finta di essere una schiava e mi confidò che mai nessuno l’aveva fatta eccitare quanto lui. All’inizio era divertente ma poi, in breve tempo, la cosa inizio a sfuggirle di mano. Lui diventava sempre più feroce nelle sue richieste, sempre più ardito e lei non riusciva mai a dirgli di no. Mi raccontò che una volta l’aveva lasciata legata sulla sedia con un cazzo di gomma dentro per quattro ore prima di tornare e liberarla. ”Mi piaceva ancora quella parte, sentirmi una sua proprietà dico, la sua schiava”.

E’ solo un gioco

Era eccitata all’idea di essere il fulcro dei pensieri di quest’uomo e lui era il fulcro dei suoi pensieri. Veramente Stefania credeva che il sole nascesse e morisse nei suoi pantaloni e per lui era disposta a fare tutto. E fin lì, direte voi, non c’era nulla di male! Alla fine due persone adulte decidono di giocare allo schiavo e al padrone, che problema c’è? Il problema nacque quando lui cominciò ad alzare il tiro e lo alzò di parecchio. Stefania mi raccontò che una sera lui, dopo averla legata, sodomizzata e usata in tutti i modi le disse che lei non era abbastanza e che sicuramente non avrebbe mai accettato di fare quello che lui veramente desiderava. Stefania mi disse che si mise a piangere, si disperò e chiese spiegazioni.

Continuava a chiedergli ”cosa devo fare per te? per dimostrarti quanto sono tua! quanto ti appartengo!” Lui molto candidamente rispose ”Devi battere sulla strada almeno una volta per me…” Stefania non capiva e gli domandò cosa intendesse per battere. Lui le disse che era eccitato all’idea che lei si vestisse come una prostituta e che fosse lui a lasciarla ad un angolo della strada. La rassicurò dicendo che lui avrebbe sempre tenuto la situazione sotto controllo ma voleva che qualcuno si avvicinasse a lei e la trattasse come una sgualdrina, la caricasse in macchina e se la scopasse pagando.

Puttana

Stefania era terrorizzata all’idea di perdere il suo grande macho ma nonostante le sue reticenze si accorse anche che la cosa la eccitava. Una grossa parte di lei non voleva fare quell’esperienza ma un’altra parte di lei voleva accontentarlo e alla fine la schiava disse di sì. Lui l’abbracciò e la baciò come se ne fosse innamorato, la guardava con gli occhi a cuoricino e la rassicurava dicendole: ”sarò sempre accanto a te, non ti perderò mai di vista!” Decisero insieme la data e andarono insieme a comprare degli abiti, o meglio… lui scelse gli abiti, lui li pagò e lei li indossò.

Comprarono una gonna piena di paillettes estremamente corta che copriva a malapena il culo. Delle calze autoreggenti a rete e dei tacchi altissimi. Sopra avrebbe indossato un corsetto e un giacchino corto e peloso. Lui pretese che lei si truccasse in modo molto pesante, doveva sembrare a tutti gli effetti una prostituta. La accompagnò con la macchina all’angolo di strada che aveva scelto poi le disse di scendere dall’auto. Si allontanò e lei lo vide parcheggiarsi poco distante. Sapeva che la osservava e così prese a camminare avanti e indietro in quel piccolo tratto di marciapiede. La notte era fredda, buia e le macchine sfrecciavano accanto a lei illuminandola coi fari.

il primo cliente

Non passò molto tempo prima che un auto si fermasse, l’uomo abbasso il finestrino e la chiamò. Lei osservò la macchina sporca piena di fazzoletti usati e quell’uomo grasso pelato con gli occhietti piccoli da topo e con i vestiti sgualciti. Lui le domandò senza mezzi termini quanto volesse. Stefania rispose ”offerta speciale, 10 euro tutto il servizio”. Il suo master glielo aveva fatto ripetere decine di volte questa risposta. Lui voleva che la sua schiava fosse umiliata e svenduta come carne da macello e all’uomo della macchina non parve vero, solo €10 per fottersi una bella troia.

La fece salire in macchina e girò nella stradina accanto al marciapiede che si inoltrava in un piccolo boschetto buio. Fecero poche centinaia di metri e l’uomo fermo l’auto. Entrambi scesero. Per terra c’erano molti preservativi e fazzoletti usati, era tutto così sporco… L’uomo si tiro fuori il cazzo dai pantaloni e senza troppi complimenti le disse ”succhia troia” Lei si mise in ginocchio e cominciò a succhiare quel cazzo. Era grosso e duro ma con un odore che le rivoltava lo stomaco. Lui le prese la testa fra le mani e cominciò a scoparla forte in bocca. Stefania si sentiva soffocare ma continuò a succhiare.

Svenduta e usata

Mentre era lì in ginocchio senti un rumore come di rametti spezzati e in quel momento vide una figura dietro un albero a circa tre o quattro metri. Capì che era il suo master e in qualche modo si sentiva rassicurata dalla sua presenza. Il cliente in quel momento la prese per un polso e la fece rimettere malamente in piedi. Poi la fece piegare sul cofano della macchina e le alzò quella misera gonnellina. Glielo sbattè dentro senza troppi complimenti, non si era neanche messo il preservativo. La scopava forte riempiendola di insulti e usandola proprio come voleva il suo padrone. L’uomo la teneva schiacciata contro il cofano dell’auto e mentre la scopava le chiedeva ”solo dieci euro e posso farti tutto… si vede che come puttana vali poco!”

Lui ansimava e la sua voce gracchiava come quella di una rana, poi le disse: ”Ora ti fotto il culo lurida troia!!!” Stefania continuava a guardare in direzione del suo master, immaginava che lui si stesse segando il cazzo guardando quella scena. L’uomo rana tiro fuori l’uccello dalla sua figa e glielo piantò nel culo in un colpo solo. A Stefania scappò un urlo e l’uomo rana le intimò di stare zitta ”Sta zitta troia del cazzo!!” Lei si abituò in fretta al bruciore e la cosa cominciò a piacerle. La sua figa era bagnata anche se solo per il pensiero che stava facendo eccitare il suo uomo. il suo master, il suo Dio.

Soddisfare il master

L’uomo rana continuava a stantuffarle il culo sempre più forte, senza tregua. Tirò su una gamba appoggiando il piede al parafango per avere più presa e più profondità nelle spinte. Stefania sentiva i suoi seni premere contro il cofano e sentiva i capezzoli turgidi sempre più duri. La figa le stava colando e l’uomo continuava a scoparla. Per 20 minuti andò avanti e Stefania mi disse ”potrei dirti che non ho provato niente, che non ho goduto, ma la verità è che sono venuta più volte poi lui mi è venuto dentro… ha spruzzato tutta la sua sborra dentro il mio culo… l’ho sentita colare fuori quando finalmente lo ha tolto. Mi sono spostata dall’auto e lui è entrato in macchina, ha preso uno dei fazzoletti sporchi e si è pulito l’uccello.”

Continuò a raccontare con molto imbarazzo ”Mi ha chiesto se mi servisse un fazzoletto sporgendomene uno sporco raccolto da terra, e ho fatto cenno di no con la testa. Poi lui mi ha chiesto se volevo un passaggio, io lo guardavo e non rispondevo e dopo averlo chiesto due o tre volte mi ha buttato €10 lì per terra e mi ha detto che potevo andare a farmi fottere. E’ salito in macchina e se n’è andato. A quel punto il mio uomo si è avvicinato e mi ha messo due dita nel culo, voleva sentire quanto fosse ancora aperto.

Puttana in fuga

Mi ha detto ”brava, da adesso in poi lo faremo sempre!” poi mi ha fatto andare giù a terra a succhiargli il cazzo. Me lo metteva tutto in gola emi scopava forte la bocca. Mi diceva ”Sei la mia schiava sei solo mia” Mi ha inondato la bocca col suo seme e l’ho bevuto tutto ed è quasi un mese che ogni sera mi porta a battere. Un cliente €10. Mi ha trasformato in una puttana…”

Le dissi che doveva smettere subito e fu allora che mi chiese realmente aiuto. Aveva bisogno di allontanarsi, o non sarebbe riuscita a staccarsi da lui. Le dissi ”Fai le valigie che partiamo, andiamo insieme nella vecchia casa di mia nonna” Era in un paesino sul mare, lì Stefania si leccò le ferite e guarita da quell’esperienza prendemmo strade diverse. Per un po’ la seppi al sicuro con un uomo che le voleva bene ma poi, qualche tempo, fa l’ho vista ad un angolo di strada…

Racconto di Viola 199


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